giovedì 19 febbraio 2009

La porta degli innocenti di Walter Binaghi

Vi consiglio ancora un bel libro di Walter Binaghi, La Porta degli Innocenti (Flaccovio, 2005). Una recensione su KULT Virtual Press.

Una serie di omicidi sconvolge la tranquillità della provincia piemontese sonnolenta e vuota, isolata a poche decine di chilometri dalle città. Tra boschi e vallate vengono rinvenuti i corpi di quattro vittime che non hanno apparentemente nessun legame tra loro: un immigrato clandestino, uno yuppie al tracollo finanziario, una ragazza handicappata, un prete. Nella bellezza dei luoghi e nella suggestione della natura prorompe il male nelle molteplici forme che assume nei passatempi dei ragazzi della zona, intenti a giochi criminali tra razzismo, atti vandalici, abusi, droga e prostituzione. E il cyberspazio, come unica via che questi giovani, agnelli mannari, trovano per fuggire dal mondo in rovina. La vita reale diventa prolungamento di quella virtuale, più vera del vero, allucinante mondo parallelo nel quale rinchiudersi e reinventarsi, oltre le dinamiche e le convenzioni sociali che vengono scardinate.
Un gioco di ruolo on-line unisce vittime innocenti e complici inconsapevoli, vittime a loro volta di una società conflittuale e distratta, a un master folle che cerca di varcarne ad ogni costo i confini dello squallore quotidiano, in un continuo gioco di specchi tra realtà e finzione... CONTINUA su KULT Virtual Press.

Robinia Blues di Walter Binaghi

Robinia Blues di Walter Binaghi (Flaccovio, 2004) - una bella storia, un interessante giallo di un autore forse non molto noto ma di grande abilità narrativa. Trovate una recensione di questo romanzo su KULT Underground.

Uno scrittore di successo ritorna, dopo anni trascorsi a Milano, nella campagna lombarda, al paese dell'infanzia, per ritrovare se stesso e si perde nei meandri della memoria. La sua esistenza viene segnata da un tragico avvenimento: dal ritrovamento, durante una passeggiata nei boschi vicino a casa, del cadavere del suo migliore amico di un tempo, Dino Rovati. Così inizia il giallo e la ricerca interiore del protagonista, che decide di indagare e scoprire la verità sull'omicidio, archiviato dalla polizia come atto di balordi. Un giallo avvincente, un'indagine complessa e intrigante e nello stesso tempo un inno all'infanzia, luogo della speranza, della possibilità, punto di arrivo e punto di partenza. Tra i fantasmi del passato, le avventure di ragazzo, i primi amori, la forte amicizia che legava il gruppo a Dino, capo della banda delle robinie, il protagonista ripercorre la storia dei suoi amici e nel contempo recupera le sue stesse origini. L'infanzia è vista con rimpianto, come un mito di purezza che non ritorna ("…se fossimo rimasti alle robinie, Mario non sarebbe diventato un ricco paranoico, Nando un ubriacone e Regina una sirena senza pace. Avremmo custodito intatte le buone cose di un tempo: la fedeltà all'infanzia ci avrebbe salvato la vita … Con le robinie ho perduto per sempre la mia innocenza. Quel giorno si è aperta una distanza tra me e me, una piega oscura in cui sarebbero entrati via via tutti i peccati futuri … Al tempo delle robinie ero immortale. Poi l'esitazione che allontana da ciò che è più nobile, la rinuncia e il ripiego: è così che si diventa l'uomo del giorno dopo"). Il romanzo è caratterizzato da una costante duplicità di piani temporali... CONTINUA su KULT Underground.

Matrimonio – I coni portariso

Il matrimonio si avvicina e dovete preparare il riso da distribuire agli invitati al termine della cerimonia... Una alternativa ai classici coni portariso sono i sacchetti di organza, bianchi o del colore-tema del vostro matrimonio, leggeri, vaporosi, delicati.
Sistemati in un cesto di vimini addobbato con tulle o nastri di organza ed edera fresca.
L’edera è simbolo di fedeltà e amore indissolubile, è quindi indicata per realizzare gli addobbi matrimoniali, ne potete inserire qualche ramo anche nelle composizioni floreali della chiesa e del ristorante e nel bouquet.
Alcune foto...

Matrimonio – Il tableaux degli invitati

Le partecipazioni di nozze scritte a mano, con bella ed elegante grafia, sono di certo molto apprezzate. Se avete deciso di scrivere le partecipazioni a mano, perché non scrivere a mano anche il tableaux degli invitati? Realizzare il tabellone dei tavoli è semplicissimo: acquistate un foglio di carta di riso o altra carta naturale, lo incollate su un cartoncino bristol (di solito le dimensione del tabellone è 50x70); disponete ora tanti cartoncini quanti sono i tavoli dei vostri invitati. Per il cartoncino potete utilizzare lo stesso usato per le partecipazioni.
Su ogni cartoncino scrivete in alto il numero del tavolo e al centro i nomi, potete aggiungere il cognome puntato, in caso di omonimie, e potete unire i nomi delle coppie sulla stessa riga.
Ecco qualche esempio...

mercoledì 18 febbraio 2009

Il gioco dell’angelo di Carlos Ruiz Zafon

Se amate Barcellona, se vi piace girovagare tra le bancarelle dei fiori, percorrendo le Ramblas fino al Colombo, se siete saliti al Montjuic, per ridiscendere fino al porto in funicolare, sospesi sul mare a godere dello splendido panorama, se vi siete diretti alla Barceloneta, camminando per le stradine strette, intorno alla chiesa di Santa Maria del Mar, e avete passeggiato sulla spiaggia, percorsa dal vento caldo, se vi siete immersi nell’atmosfera antica della cattedrale al Barrio Gotico, se siete arrivati a Pedralbes e poi da lì al Tibidabo, se avete respirato lo spirito vivace della Gracia fino ad arrivare all’immaginifico Parc Guell, se siete scesi almeno una volta alla particolarissima costruzione della stazione Francia... vi piacerà ripercorrere tutti questi luoghi seguendo i passi e le intricate storie dei personaggi di Zafon, nell’ultimo romanzo “Il gioco dell’angelo”. Sotto i cieli tempestosi di una Barcellona insolita per il turista, si dipana una storia avvincente, che unisce mistero, amore, amicizia, ma soprattutto una storia che parla della passione per la letteratura, di scrittori e lettori, di editori e opere maledette.
Dopo lo straordinario successo de “L’ombra del vento”, Zafon ripropone tematiche e suggestioni in questa sua nuova opera, che è in qualche modo seguito ideale del primo romanzo. Il lettore che già conosce e apprezza Zafon si immerge nel flusso della narrazione, riconoscendone l’ambientazione e le suggestioni; rivive il mistero che avvolge i personaggi e si ritrova nella bellissima invenzione del 'cimitero dei libri dimenticati'.
Zafon, ritorna con la sua grande sapienza narrativa e la prosa elegante e raffinata, e affascina con "Il gioco dell’angelo", romanzo travolgente e ipnotico, che tiene il lettore legato alle pagine, in modo ineluttabile e crea un legame inscindibile con personaggi (e con l'autore stesso) come solo la malia di un patto con diavolo può fare...

martedì 17 febbraio 2009

Barcellona di Gaudì

La fantasiosa creatività di Gaudì modella alcuni degli angoli più belli della Barcellona moderna:


- il Parc Guell con gli edifici immaginifici, la fontana a forma di salamandra, gli animali simbolici, i mosaici coloratissimi della terrazza a onde, dalla quale si ha una vista stupenda sulla città, che digrada verso il mare;















- la Sagrada Familia, capolavoro incompiuto dell'architettura neogotica;
















- le sinuose costruzioni della Manzana de la Discordia, in Passeig de Gracia, come Casa Batllò.




















domenica 15 febbraio 2009

Museo della Figurina - Modena

Un tuffo nel passato, nei giochi dell'infanzia: gli album e le raccolte di figurine. Chi non ricorda gli album delle figurine, la curiosità nell'aprire le bustine colorate e la delusione di trovarvi figurine doppie, da scambiare con i compagni di scuola durante la ricreazione. Il meraviglioso mondo della figurina dalle prime piccole stampe francesi alla figurina contemporanea è in mostra a Modena.
Il Museo della Figurina nasce a Modena nel 1992 dalla collezione di Giuseppe Panini (fondatore della ditta Panini di Modena). Grandi espositori raccolgono immagini del passato, esemplari antichi e rari; ma vi troverete anche esmplari di etichette, scatole di fiammiferi, bolli chiudilettera, album raccolti da collezionisti.
Una sezione permanete comprende sei temi principali: gli antecedenti della figurina moderna, esempi di cromolitografia, la figurina delle origini, nata come pubblicità in Francia nella seconda metà dell’Ottocento, la collezione storica della Liebig, una sezione dedicata a materiale quale calendarietti, menu, etichette d'albergo, ecc., e infine la figurina moderna (gli album dal secondo dopoguerra, le figurine sportive).
Oltre ai sei espositori permanenti, il museo ospita molte mostre tematiche temporanee, laboratori didattici e una zona multimediale.
Il Museo della Figurina si trova a Modena, in Corso Canalgrande, 103. Per bambini, scolaresche, collezionisti e per tutti coloro che almeno una volta hanno fatto la raccolta di queste magiche immagini colorate.
Fino al 13 aprile è possibile visitare la mostra sulle illustrazioni degli animali nelle favole di Esopo, intitolata "Esopo e la Volpe - Iconografia delle favole dal IV a.C. al XX secolo", a cura di Paola Pallottino.

martedì 10 febbraio 2009

Dormire in un faro

Pernottare in un vecchio faro: romantico, suggestivo, ai confini del mondo; nell’infinito silenzio solo lo sciabordare delle onde... in Croazia, Francia, Spagna, Norveglia, Scozia, Canada... l’esperienza unica di trascorrere una notte al faro.

Un albergo davvero insolito... il Jumbo Hostel

Un aereo, un Boeing 747 è stato trasformato in hotel. Il Jumbo Hostel si trova nel terminal principale di Arlanda (a Stoccolma). Il vecchio 747 in disuso, riconvertito in albergo, offre 25 camere (al prezzo di circa 120 euro a notte) e una suite (300 euro a notte).
L'insolito hotel è di proprietà dell'imprenditore svedese Oscar Diös.

lunedì 9 febbraio 2009

...tutto il resto è fantascienza

A volte pensi che la vita è davvero troppo complicata. Inciampi, barcolli, perdi la rotta, ti gira la testa, hai la nausea e una strana agitazione alla bocca dello stomaco. E non hai nemmeno bevuto. Fossi ubriaco, domani te la caveresti con un forte mal di testa, ma non hai toccato un goccio, sei quasi astemio, quasi. E domani sarà la stessa vita di sempre.
Metti un piede davanti all'altro diceva mia madre e vedrai che non senti la stanchezza. Ti concentri sulle scarpe, avanti una, avanti l'altra, e in un batter d'occhio sei a casa. Era il gioco del "metti un piede davanti all'altro" e ti incastrava sempre.
E ti accorgi che sono anni che continui, anzi si può dire che non hai mai smesso, ma adesso la stanchezza la senti eccome e a casa non ci arrivi mai. E sai che se non cambia qualcosa in questa fottutissima vita, un mattino non ti alzerai più. Capolinea. Deserto. Rumoroso silenzio. Vuoto, dentro e fuori. Nessuna indicazione. Ti fermi. Sei fermo. Soffri l'apnea del momento e non ti resta che ripartire. I passi sono piombo, sempre più lenti, sempre più incerti. Ma se solo riesci a passare la notte insonne e la luce filtra tra le persiane, già ti sembra di respirare meglio. È l'illusione dell'alba. E l'inerzia ti spinge a rispondere sull'attenti alla sveglia che suona, a cercare, ancora ad occhi chiusi, a tentoni, le ciabatte sotto il letto sfatto. E via, un piede davanti all'altro, lungo il corridoio, fino in bagno per pisciare, fino in cucina per il caffé, fino in sala per il notiziario in pillole alla tv. E sei fuori. In fila, nel traffico. E l'autoradio legge i titoli dei quotidiani. attentato, manovrina fiscale. E informa sulla viabilità. Ingorgo in tangenziale, targhe alterne. E ti dice che tempo fa oggi. Cielo nuvoloso, banchi di nebbia sparsi e pioggia. Che diluvia lo vedo anch'io e fa anche un freddo cane, che ho tutti i vetri appannati e non vedo niente di niente. E legge l'oroscopo. E ci sono giorni che nemmeno le stelle hanno il coraggio di mentire e dopo una decina di segni con fortuna al gioco e successi professionali si arriva ai Pesci. E tu, che stai per arrivare in ufficio, rallenti. Non è che ci credi davvero, all'oroscopo intendo, ma tant'è, l'ascolti, così, tanto per fare. Venere incerta, si consiglia prudenza in amore, ostacoli sul lavoro, moderazione nelle spese. E 'fanculo anche l'oroscopo. Fermi. Giri la chiave. Togli l'autoradio che se no ti rompono il vetro, spegni le luci che si scarica la batteria, metti il freno a mano. Scendi. Chiudi. Un piede davanti all'altro, sali le scale, e sei in ufficio. Sbadigli. Grugnisci un saluto a uno zombi che ti incrocia nel corridoio e che assomiglia vagamente a un tuo collega. Sbadigli. Accendi il computer. Quante e-mail, cazzo. Sbadigli. Prendi un caffé o almeno ci provi, che anche sta mattina la macchinetta si è mangiata le monetine. Ma chi me l'ha fatto fare? A volte ti alzi solo perché è venerdì, che se non fosse venerdì..., a volte sei così stanco che giuro, se non ci sono intoppi, il programma per la serata è a letto alle 21 che già ti ci vedi... Ma è al lunedì mattina che di solito pensi che la vita è davvero troppo complicata e tutto il resto è fantascienza.

sabato 7 febbraio 2009

San Valentino si avvicina...

Si avvicina la ricorrenza di San Valentino, superconsumistica festa degli innamorati, e le vetrine dei negozi del centro sono tappezzate di patetici gadget a forma di cuore... Voglio fuggire da tutto questo!
Se fossi dotata di teletrasporto, vorrei essere teletrasportata (possibilmente con una soluzione last minute - low cost, com’è mio solito viaggiare) nella bellissima città di Sydney, nella zona The Rocks e precisamente al ristorante Phillip’s Foote, al 101 di George Street; non esattamente la solita cena romantica, ma il ristorante è davvero particolare, non credo ne esistano di simili in Italia. Scegli un taglio di carne al banco e lo cuoci nelle enormi griglie che si trovano al centro del locale, circondato da un ampio giardino, con tavoli in legno, rustico e raffinato a un tempo, e ordini una birra o meglio un buon bicchiere di vino australiano, unisce spezie, salse, insalate miste a buffet. Una cena perfetta.
Prosegui la serata con una passeggiata verso il mare, fino alla zona del molo, dalla quale puoi ammirare l'Opera House, le luci colorate che si specchiano nell’acqua... un incanto.
San Valentino o no, sarebbe una serata davvero fantastica.

San Valentino... con amici – Una cena in rosso!

Single? Se state pensando di invitare i vostri amici a cena per San Valentino, perché non creare una serata all’insegna del colore rosso, colore della passione, ma anche della festa.
Tovaglia rossa (di carta o di stoffa), tovaglioli rossi legati con fiocchi di organza o di tulle.
Una rosa rossa come segnaposto per le ragazze e un cuore di cioccolato incartato con carta rossa per i ragazzi. Piatti e bicchieri bianchi (oppure rossi). Per addobbare la vostra tavola, potete giocare su varie tonalità di rosso.
Come centrotavola, una cupola di mele rosse e lucidissime, oppure una composizione realizzata con mele rosse (vere), frutto del melograno, foglie di vite, rami, pigne, ecc. (potete trovare frutti finti, sintetici, nei negozi di decoupage)... il resto alla vostra creatività.
E il menu? Rosso naturalmente, tutto in rosso dall’aperitivo al dolce.
Ecco alcune ricette facili e veloci da preparare (anche per chi è alle prime armi in cucina).

Aperitivi analcolici
- Succo di pomodoro
- Succo tropicale ai frutti rossi
Aperitivo alcolico
- Bloody Mary
- Aperol Soda
- Succo di arancia rossa e Martini bianco (2/3 di succo e 1/3 di Martini)
Non dimenticate di decorare i bicchieri con una fetta di arancia rossa.

Antipasti
- Pizzette con salsa di pomodoro, salsiccia o prosciutto
(Se siete esperte in cucina potete preparare la pasta della pizza, diversamente potete utilizzare la pasta pronta o realizzare le pizzette con il pane da toast).
- Tartine con salsa rossa piccante e filetti di peperone giallo e rosso grigliato
- Caramelle di bresaola al formaggio
(Formate un composto amalgamando un formaggio morbido – robiola, caprino, stracchino, ricotta, philadelphia – con due cucchiaini di erba cipollina in foglie e alcuni cucchiai di grana macinato. Riempite con il composto le fettine di bresaola e fermatele con fili di erba cipollina fresca).
- Grissini o treccine di pane con speck e prosciutto
- Crostini con salsa di rapa
(La salsa di rapa si prepara mescolando 3-4 cucchiai di giardiniera tagliata a cubetti piccolissimi, 1 rapa sempre a cubetti e 4-5 cucchiai di maionese).
- Cestini di radicchio rosso con insalata russa

Primi
- Tagliatelle al radicchio rosso e speck
(Per il condimento: in una pentola antiaderente fate soffriggere 1 cipolla a cubetti e 1 spicchio di aglio in 3 cucchiai di olio di oliva; aggiungete il radicchio tagliato a pezzetti sottili e lasciate cuocere per 10 minuti, mescolando. Quando la pasta è pronta toglietela dal fuoco, aggiungete 3-4 cucchiai di panna, 1 pezzetto di gorgonzola dolce o 2 cucchiai di ricotta e 3 cucchiai di grana macinato, mescolate con cura. Aggiungete il radicchio e lo spech tagliato a listelle sottilissime. Servite il piatto ben caldo).

Secondi
- Carpaccio di manzo o roast beef con funghi o carciofini e scaglie di grana
- Pollo a cubetti con pomodoro, pancetta e provola
- Spezzatino al vino rosso

Contorni
- Pomodori gratinati

Dolci
- Cheese Cake ai frutti rossi
- Torta di crema con glassa al cioccolato, decorata con fiori di zucchero rossi
(Le torte saranno cotte in tortiera a forma di cuore).
- Fragole (a fatica si trovano in qualche negozio) e mele rosse da immergere in una golosissima fonduta di cioccolato

Vini... ovviamente rossi!

Una cena semplice da preparare, in compagnia... per una divertente serata di San Valentino!

Cioccolato Puro a Modena

Modena oggi è Cioccolato Puro!
Sei amante del cioccolato? Modena, questo fine settimana, il è luogo che fa per te, infatti è in corso in città la rassegna 'Cioccolato Puro' (alla sua seconda edizione).
Artigiani del cioccolato, che provengono da tutta Italia, propongono, nei numerosi stand allestiti in Piazza Grande, golosissime sculture di cioccolato.
Interessante lo spazio espositivo dedicato alla lavorazione del cioccolato, che si trova al centro della piazza.
Gli stand rimarranno aperti Sabato 7 febbraio dalle 10 alle 24 e Domenica 8 febbraio dalle 10 alle 21.
Cioccolato puro, fondente, al latte, speziato, aromatizzato al liquore, in una infinità di forme (dagli animaletti, ai fiori, ai cuori, agli strumenti dell'artigianato, ai servizi da caffé interamente realizzati in cioccolato).
Una rassegna bella da vedere e buonissima da gustare.

giovedì 5 febbraio 2009

Urquhart Castle (Scozia)

Le rovine della fortezza medievale di Urquhart sorgono sulle rive del Loch Ness, sulla strada che collega Inverness a Fort William.
Suggestiva la vista del lago dalla torre del castello.

Eilean Donan Castle (Scozia)

Eilean Donan Castle, è uno dei castelli più belli delle Highlands scozzesi. Sorge su un'isoletta collegata al vicino paese di Donan tramite un ponte di pietra.
Sulla costa occidentale della Scozia, a pochi chilometri dall'isola di Skye.

Colmar (Alsazia)

Colmar, la piccola Venezia alsaziana, con i suoi canali e le caratteristiche case a graticcio, i balconi che traboccano di gerani, in un’esplosione di fiori, colori e profumi.
Una curiosità: a Colmar è nato Frederic Bartholdi, autore della Statua della Libertà di New York.

mercoledì 4 febbraio 2009

La via dei vini (Alsazia)

La via dei vini: uno degli itinerari più suggestivi e romantici d'Alsazia
Colline verdi e vigneti ai piedi dei Vosgi, strade e sentieri da percorrere in auto, con lentezza, o meglio ancora in bicicletta o a piedi, tra castelli, rovine di antichi monasteri e abbazie, campanili gotici e fortezze medievali. Fiumi e canali, sui quali si affacciano le pittoresche case a graticcio.
Fiori coloratissimi a decorare i balconi, le fontane e le piazze dei villaggi alsaziani.
Le cantine aperte al pubblico per la degustazione degli ottimi vini locali (Riesling, Gewurztraminer, Sylvaner) e le brasserie con kougelhopf, croissant al cioccolato caldi e squisite torte di frutta, e ancora bretzel e pane speziato.
E sui tetti delle case e delle chiese di molti borghi d'Alsazia, nei loro nidi-cesto... le cicogne, maestose ed eleganti quando si alzano sinuose in volo, sono un incontro emozionante, non solo per i più piccoli.

martedì 3 febbraio 2009

Bunratty Castle (Irlanda)

Nella contea di Clare, cieli azzurri, castelli medievali e parchi da favola, come il Folk Park che circonda Bunratty Castle.
La costruzione, che risale al XV secolo, è stata completamente restaurata e Bunratty è ora una delle fortezze meglio conservate d'Irlanda.
Si accede al castello da uno dei quattro imponenti torrioni, che sovrastano e affascinano il visitatore.
Nel parco circostante, il Bunratty Folk Park, una ricostruzione storica di un villaggio del XIX secolo, riporta indietro nel tempo...

Adare (Irlanda)


I caratteristici tetti di paglia delle case di Adare, pittoreschi cottage che si affacciano sulla strada principale del paese, che sorge a pochi chilometri da Limerick, nell'omonima contea.
Giardini fioriti, muretti in pietra, infinito silenzio mentre si procede verso le rovine di un antico monastero... magica atmosfera dei villaggi irlandesi.

lunedì 2 febbraio 2009

In Cucina

Un ottimo sito di cucina: Giallo Zafferano, ricco di ricette dettagliate e illustrate, curiosità, consigli... date un'occhiata!

Dolci di carnevale

Il carnevale si avvicina... oggi ho preparato le frappe.
Le frappe sono uno dei tipici dolci di carnevale, conosciuto nelle diverse regioni italiane con moltissimi nomi diversi: bugie, chiacchiere, crostoli, cenci, lattughe, sfrappole, sfrappe, solo per citarne alcuni. Sono strisce di pasta, a volte ripiegate a formare un nastro, fritte e ricoperte di zucchero a velo. Sono ottime servite con panna montata.

La ricetta delle frappe

Ingredienti
350 gr. di farina
3 uova
50 gr. di burro
3 cucchiai di zucchero
1 cucchiaino di lievito per dolci
1 bustina di vanilina
zucchero a velo (per decorare)
olio di mais o di arachidi (per friggere)

Procedimento
Preparare le frappe è semplicissimo: amalgamate le uova con lo zucchero, aggiungete la farina, la vanilina e il lievito. Per ultimo incorporate il burro fuso (tiepido). Formate un impasto di media consistenza (se l’impasto risulta troppo sodo, aggiungete un bicchiere di spremuta di arancia, dopo averla filtrata).
Stendete l’impasto (a mano o a macchina), tagliate la pasta a strisce alte circa 2 centimetri e friggetele in abbondante olio caldo per qualche minuto, fino a quando la pasta avrà assunto un bel colore dorato.
Lasciate raffreddare e cospargete di zucchero a velo.

Le frappe sono buonissime, ma il mio dolce di carnevale preferito sono i tortelli di crema fritti.

Ricetta dei tortelli di crema

Ingredienti
600 gr. di farina
175 gr. di zucchero
1 bustina di lievito
1 uovo
40 gr. di burro
latte q.b.
(mezzo limone)
(2 cucchiai di sassolino)
zucchero a velo (per decorare)
olio di mais o di arachidi (per friggere)

Procedimento
Amalgamate le uova e lo zucchero, aggiungete la farina, il lievito e il burro fuso (tiepido).
Mescolate il tutto con latte. Se volete aromatizzare il vostro impasto potete aggiungere al latte due cucchiai di sassolino oppure la buccia grattugiata di mezzo limone.
Formate un impasto di media consistenza e stendetelo a mano o a macchina; con un bicchiere o uno stampino rotondo formate dei cerchi di pasta. Riempite i dischetti di pasta con crema pasticcera, circa due cucchiaini per ogni cerchio. Chiudete i dischi di pasta, ripiegandoli e premendo con cura lungo il bordo per evitare che il ripieno fuoriesca durante la cottura.
Friggete i tortelli in abbondante olio caldo per qualche minuto.
Lasciate raffreddare e cospargete di zucchero a velo.
Profumatissimi, squisiti!

domenica 1 febbraio 2009

Piove! Quanto odio la pioggia!

Non può piovere per sempre, ma adesso piove, piove eccome.
Un inverno che sembra non voler finire, come certi inverni da bambina.
L'odore della polenta sul fuoco e i vetri appannati su cui disegnare quando tornavo da scuola, le mani e le guance gelate e la cartella lanciata sulla poltrona.
L'odore di alcool, che faceva le punture nel quartiere, la nonna, e usciva la mattina presto con l'impermeabile e il fazzoletto in testa.
L'odore della colla e del cuoio, quando portava a riparare le scarpe dal calzolaio, come geppetto seduto su uno sgabello di legno, in un locale a piano terra, anzi sotto, che si doveva scendere un gradino sbrecciato e quelli alti si abbassavano per entrare, ma noi due no, e la stufa accesa e i trucioli di legno sul pavimento.
L'odore della cioccolata per la torta di compleanno, burro e cioccolato che fondono cremosi e scuri e un goccio di liquore, che anche ai bambini si può dare e lasciala dire tua madre che per un po' di liquore non è mai morto nessuno.
L'odore di tabacco, di liquirizia e di chiuso, quando andava a riordinare la camera dello zio.
L'odore acre del bucato nella pentola, la liscivia che bolle e toglie il fiato e non ti sembra possibile che lavassero i panni così e tu lo ricordi ancora.
Cantava, mentre cuciva, con le mani ruvide che sembravano fatte apposta per aggrapparsi alla vita nei momenti difficili, le avessi io mani così, cantava vecchie romanze e mi insegnava a ballare il valzer nell'ingresso di casa.
Da bambina, la nonna abitava in campagna e a volte per gioco, quando calava la sera e il sole tramontando illuminava il cielo in direzione della città, diceva alla sorella più piccola vedi laggiù, laggiù in fondo, quella è l'America, qui è ancora buio, là è l'alba, e la bimba sgranando gli occhi e ripeteva l'America!?, chissà se ci credeva davvero. Quante volte ha raccontato questa storia e quanto mi piaceva sentirla raccontare, come quelle della guerra del resto, dei bombardamenti, di quando aveva dovuto cambiare nome, perché si chiamava come una rivoluzionaria russa, e sotto il fascismo, per quante file facesse, non le davano le medicine per il figlio malato; allora aveva cambiato nome, a lei non importava, e sulla carta di identità era scritto Marta, ma mica si girava se la chiamavi così.
L'odore delle caldarroste, che ne comprava sempre un etto alla baracchina quando tornava dal centro, dopo essere andata alla mutua a piedi per fare l'aerosol, che avrebbe fatto meglio a stare a casa al caldo, col freddo che faceva certi giorni.
L'odore di pesce fritto, che al venerdì non si mangia carne.
L'odore del calicantus quando aveva fissato, con una molletta da bucato, una carta da gioco di un vecchio mazzo scompagnato alla ruota della bicicletta, giù in cortile, perché pedalando mi sembrasse con un po' di fantasia un motorino.
L'odore di croccante e di zucchero filato, in Piazza Grande, e di candele e di incenso, quando mi portava a vedere la tomba di San Geminiano nella cripta del Duomo il giorno della fiera.
E la naftalina negli armadi che impregnava la camera e toglieva il respiro, quando mi abbracciava nel maglione di lana i pomeriggi d'inverno.
Ed è in momenti come questi che un profumo mi riempie gli occhi di lacrime e mentre provo una delle sue ricette mi volto come se dovessi vederla ancora lì e, con quel profumo che mi riempie la testa, potrei persino sentirla dire coraggio cocca, che de d-là dal psér 'an gh' va nisun, perché parlava un po' italiano e un po' dialetto la nonna, e io da piccola ero bilingue.
Un odore più di un'immagine, che dopo tanti anni non la ricordo bene, il viso è sempre più sfumato, ma i profumi sì, li ricordo, cannella, zenzero, cioccolato, vaniglia, mele e zucchero caramellato, per andare avanti quando sei giù di corda, triste, quando niente ti riesce e tutto si sgretola, e non trovi il senso e non hai più un tuo spazio.
Quando piove, come sta piovendo in questi ultimi giorni, perché se è vero che non può piovere per sempre adesso piove, piove eccome.
(...a mia nonna Riger)

Quale segnaposto?

Non è fondamentale il segnaposto ai matrimoni, ma è un oggetto che può essere conservato come ricordo dagli invitati ed è un simpatico addobbo per i tavoli. Le idee sono infinite, alcune molto dispendiose, altre più economiche e semplicissime da realizzare. Oltre al classico sacchettino con confetti (che per altro sono già presenti anche nella bomboniera), potete utilizzare come segnaposto una rosa vera per ogni invitato con un’etichetta (a forma di foglia, per esempio) con il nome della persona, legata con un nastro di raso, di organza, di raffia.
Se non amate utilizzare i fiori recisi potete optare per i fiori di legno colorati (scegliendo colori diversi per ogni invitato dello stesso tavolo o, meglio ancora, seguendo il colore tema del vostro matrimonio). Se decidete di non assegnare il posto esatto agli invitati all’interno del tavolo, potete sostituire il nome sull’etichetta con una frase di ringraziamento, alcuni versi scelti di una poesia, un aforisma, ecc.
Per chi ha a disposizione un’ambientazione un po’ più rustica (senza nulla togliere all’eleganza), mele verdi (vere) con etichetta col nome, a richiamare il centro tavola composto sempre di frutta e fiori.
Come alternativa potete utilizzare le coloratissime composizioni di confetti di Sulmona

Oppure un segnalibro con una poesia, una canzone, una frase scritta dagli sposi, come questo realizzato da una coppia di miei amici in occazione del loro matrimonio...

Ma l’idea che mi ha colpito di più tra tutti i segnaposti visti finora e che vi consiglio sono i semi di fiori da piantare. Un segnaposto semplice da realizzare, originale, poetico, evocativo; il matrimonio è l’inizio di una nuova vita insieme, un nuovo cammino che nasce e cresce e va nutrito come una giovane pianta.Per realizzare questo segnaposto servono
- bustine di semi (si possono acquistare in un vivaio o on-line per esempio a La Semeria)
- scatolina o sacchetto per contenere i semi
- etichetta personalizzata
- fiocco di organza, raso, raffia, ecc.
Alcune proposte di confezioni di semi di fiori come segnaposto o bomboniera le trovate in questi siti inglesi e americani:
http://www.seedpacketfavors.com/
http://www.plantamemory.com/
http://www.wuyfavors.com/
Si sceglieranno semi che si possano piantare nel mese delle nozze o in quello immediatamente successivo, scegliendo un fiore che piace agli sposi o fiori con un significato attinente alla ricorrenza. Esistono in commercio libri e moltissimi siti che spiegano il significato e il linguaggio dei fiori.
In Italia, una raffinatissima bomboniera/segnaposto che unisce la preziosità dell’argento (un fiore-ciondolo) all’idea dei semi di fiori da piantare è proposta da Solara nella linea Fiori d’Argento.