Uno scrittore di successo ritorna, dopo anni trascorsi a Milano, nella campagna lombarda, al paese dell'infanzia, per ritrovare se stesso e si perde nei meandri della memoria. La sua esistenza viene segnata da un tragico avvenimento: dal ritrovamento, durante una passeggiata nei boschi vicino a casa, del cadavere del suo migliore amico di un tempo, Dino Rovati. Così inizia il giallo e la ricerca interiore del protagonista, che decide di indagare e scoprire la verità sull'omicidio, archiviato dalla polizia come atto di balordi. Un giallo avvincente, un'indagine complessa e intrigante e nello stesso tempo un inno all'infanzia, luogo della speranza, della possibilità, punto di arrivo e punto di partenza. Tra i fantasmi del passato, le avventure di ragazzo, i primi amori, la forte amicizia che legava il gruppo a Dino, capo della banda delle robinie, il protagonista ripercorre la storia dei suoi amici e nel contempo recupera le sue stesse origini. L'infanzia è vista con rimpianto, come un mito di purezza che non ritorna ("…se fossimo rimasti alle robinie, Mario non sarebbe diventato un ricco paranoico, Nando un ubriacone e Regina una sirena senza pace. Avremmo custodito intatte le buone cose di un tempo: la fedeltà all'infanzia ci avrebbe salvato la vita … Con le robinie ho perduto per sempre la mia innocenza. Quel giorno si è aperta una distanza tra me e me, una piega oscura in cui sarebbero entrati via via tutti i peccati futuri … Al tempo delle robinie ero immortale. Poi l'esitazione che allontana da ciò che è più nobile, la rinuncia e il ripiego: è così che si diventa l'uomo del giorno dopo"). Il romanzo è caratterizzato da una costante duplicità di piani temporali... CONTINUA su KULT Underground.
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