lunedì 9 febbraio 2009

...tutto il resto è fantascienza

A volte pensi che la vita è davvero troppo complicata. Inciampi, barcolli, perdi la rotta, ti gira la testa, hai la nausea e una strana agitazione alla bocca dello stomaco. E non hai nemmeno bevuto. Fossi ubriaco, domani te la caveresti con un forte mal di testa, ma non hai toccato un goccio, sei quasi astemio, quasi. E domani sarà la stessa vita di sempre.
Metti un piede davanti all'altro diceva mia madre e vedrai che non senti la stanchezza. Ti concentri sulle scarpe, avanti una, avanti l'altra, e in un batter d'occhio sei a casa. Era il gioco del "metti un piede davanti all'altro" e ti incastrava sempre.
E ti accorgi che sono anni che continui, anzi si può dire che non hai mai smesso, ma adesso la stanchezza la senti eccome e a casa non ci arrivi mai. E sai che se non cambia qualcosa in questa fottutissima vita, un mattino non ti alzerai più. Capolinea. Deserto. Rumoroso silenzio. Vuoto, dentro e fuori. Nessuna indicazione. Ti fermi. Sei fermo. Soffri l'apnea del momento e non ti resta che ripartire. I passi sono piombo, sempre più lenti, sempre più incerti. Ma se solo riesci a passare la notte insonne e la luce filtra tra le persiane, già ti sembra di respirare meglio. È l'illusione dell'alba. E l'inerzia ti spinge a rispondere sull'attenti alla sveglia che suona, a cercare, ancora ad occhi chiusi, a tentoni, le ciabatte sotto il letto sfatto. E via, un piede davanti all'altro, lungo il corridoio, fino in bagno per pisciare, fino in cucina per il caffé, fino in sala per il notiziario in pillole alla tv. E sei fuori. In fila, nel traffico. E l'autoradio legge i titoli dei quotidiani. attentato, manovrina fiscale. E informa sulla viabilità. Ingorgo in tangenziale, targhe alterne. E ti dice che tempo fa oggi. Cielo nuvoloso, banchi di nebbia sparsi e pioggia. Che diluvia lo vedo anch'io e fa anche un freddo cane, che ho tutti i vetri appannati e non vedo niente di niente. E legge l'oroscopo. E ci sono giorni che nemmeno le stelle hanno il coraggio di mentire e dopo una decina di segni con fortuna al gioco e successi professionali si arriva ai Pesci. E tu, che stai per arrivare in ufficio, rallenti. Non è che ci credi davvero, all'oroscopo intendo, ma tant'è, l'ascolti, così, tanto per fare. Venere incerta, si consiglia prudenza in amore, ostacoli sul lavoro, moderazione nelle spese. E 'fanculo anche l'oroscopo. Fermi. Giri la chiave. Togli l'autoradio che se no ti rompono il vetro, spegni le luci che si scarica la batteria, metti il freno a mano. Scendi. Chiudi. Un piede davanti all'altro, sali le scale, e sei in ufficio. Sbadigli. Grugnisci un saluto a uno zombi che ti incrocia nel corridoio e che assomiglia vagamente a un tuo collega. Sbadigli. Accendi il computer. Quante e-mail, cazzo. Sbadigli. Prendi un caffé o almeno ci provi, che anche sta mattina la macchinetta si è mangiata le monetine. Ma chi me l'ha fatto fare? A volte ti alzi solo perché è venerdì, che se non fosse venerdì..., a volte sei così stanco che giuro, se non ci sono intoppi, il programma per la serata è a letto alle 21 che già ti ci vedi... Ma è al lunedì mattina che di solito pensi che la vita è davvero troppo complicata e tutto il resto è fantascienza.

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